I Santi della mitologia cristiana.

"Gesù" significa "Salvatore" e "Cristo" "Unto", indicati nei "Testi Sacri" come attributi divini, allora, il vero nome dell'ebreo Gesù quale era? Chi era nella realtà e quali furono le autentiche gesta che lo videro protagonista? ...Quando e perché fu ucciso?
Le "Tre Marie" nella vita di Cristo...che, in verità, nei Vangeli sono "Sei Marie"...obbligano, chi fa ricerca critica, ad indagare su queste "pie" donne, tutte, stranamente, con lo stesso nome... imparentate con Gesù e, fra le quali, almeno una risulta essere sorella della madre di Gesù. Donne aventi anche i figli con gli stessi nomi...uguali a quelli dei fratelli del "Signore"... a loro volta con i nomi di "alcuni" Apostoli: esiste una spiegazione a queste improbabili coincidenze?

Sinedrio, Sommi Sacerdoti e Tempio di Gerusalemme: che relazioni intercorsero fra queste istituzioni ebraiche e gli Apostoli? La storiografia è in grado di individuare i loro nomi e le loro vicende ... e di quali "Atti" si resero protagonisti.
Gli alterchi fra San Paolo e il Sommo Sacerdote del Sinedrio furono possibili? ... Chi era "Caifa" secondo la storia? ... Chi furono gli "Apostoli" nella realtà? ... e perché i loro nominativi e il loro numero variano da un Vangelo all'altro?: la Storia risponde a questi interrogativi.

San Pietro, San Giacomo, San Paolo... Perché nessun cronista imperiale del I secolo riporta il termine "Apostolo"?... Perché la Storia non ne registra la presenza, nonostante, secondo i Vangeli, siano stati loro a "testimoniare" l'Avvento di Gesù Cristo nelle Province dell'Impero Romano e in Roma stessa, dimostrandone la "Potenza e la Gloria" con esibizioni di miracoli che sbalordirono folle di credenti ... come il loro "Maestro"?

L'analisi critica è in grado di rispondere a questi interrogativi e, scoprendo le falsificazioni introdotte nei Vangeli, prova che gli Apostoli furono un'invenzione letteraria funzionale alla nuova dottrina. Chiunque sia in possesso di prove contrarie le palesi, risparmiandoci di leggere le "testimonianze" dei "Padri" della "nascente Chiesa primitiva" o quelle di asceti in piena crisi mistica contemplativa; per esser chiari non ci sottopongano le solite, scontate, "testimonianze" di coloro che ebbero tutto l'interesse per inventarsele

San Paolo è veramente esistito? ... No! La Storia riesce provare che "l'Apostolo delle genti" fu creato appositamente per giustificare, attraverso la "folgorazione" miracolosa di un uomo, la modifica di una dottrina, inizialmente diversa, per far apparire che fu la stessa divinità ad esigerne il cambiamento attraverso una "Rivelazione". Lo scopo? Non doveva risultare che una religione fu modificata per opportunità umana.

La logica impietosa della Storia dimostra le assurdità contenute nei "Sacri Testi" e le elimina, con la stessa precisione del bisturi del chirurgo quando estirpa il male dal corpo del malato.
L'enigma di Gesù Cristo,"il più grande mistero dell'umanità", così viene definito con enfasi dai mass media ... non è più tale: la Storia ci consente di individuare la vicenda dell'uomo su cui, in epoca successiva, fu costruito ed evoluto il mito della Salvezza per la vita eterna.

Nelle TV pubbliche e private, nelle Scuole, sulla stampa, nei filmati dei media... trasformati in moderni ed efficaci pulpiti, si parla della religione cristiana e dei suoi protagonisti, illustrati con dovizia di particolari ... inventati.
Ormai ridotti al rango di bacheche parrocchiali, aggiornate e presenti quotidianamente nelle nostre case, i telegiornali riportano, enfaticamente, le solite e scontate dichiarazioni del Papa, caricandole di profondo significato e rese foriere, quasi fossero parole di Dio, di vaticini sul futuro del genere umano: un vero e proprio "culto della persona" resa "santa" da una propaganda giornaliera e capillare come non ha mai beneficiato nessuno da che esiste l'uomo.

Nei programmi televisivi si riportano dichiarazioni di esegeti e biblisti clericali, Cardinali, Vescovi, Monsignori, i quali - dopo averci informato degli ultimi miracoli della nuova divinità "Padre Pio", di ossari di Apostoli e Santi... reliquie, frammenti papiracei insignificanti fatti passare per "documenti", visioni di "Madonne" piangenti dolorose lacrime di sangue - ci mettono in guardia contro la costante presenza di "Satana", sempre pronto ad insidiare e corrompere ogni uomo e donna.
Giornalisti ossequiosi ostentano giubilo per i poteri sovrannaturali e il miracolo compiuto da "Papa Wojtyla il Grande", attestato da una suora (sic!) ... ma finalmente beatificato.

Spiritismo, satanismo, scheletri, fantasmi, angeli, anime, santi, miracoli, reliquie, sangue, mostri, leggende: tutto ciò diventa "possibile", "teorizzato", discusso, dibattuto e, poco alla volta, senza che ce ne accorgiamo, si finisce col crederci ... almeno da parte degli ingenui.
Il più potente sistema di informazione e condizionamento di massa, quale mai l'umanità ha fruito, si prodiga per mantenere e rafforzare le credenze e le superstizioni dilaganti nei secoli bui del Medioevo. Oscurantismo infondato che viene propinato come "spiritualità".

Secondo quanto riportato nelle "Sacre Scritture", i "mass media", attraverso i loro filmati, raccontano di Gesù, Madonna, San Giuseppe e Apostoli, i quali, ormai lo sappiamo a memoria, interagirono con personaggi famosi, realmente esistiti e documentati dagli storici del I secolo; perciò ne consegue che le loro vicende risultano interconnesse con la Storia ...dunque "veritiere".
Partendo da tale conclusione, sembrerebbe che ben poche persone che ancora osino mettere in discussione "l'Avvento" del Messia, risalente duemila anni or sono in una lontana Provincia dell'Impero Romano, durante il principato di Augusto e di Tiberio.
Ma è veramente così scontato che le gesta narrate nei Vangeli, attribuite a Gesù e agli Apostoli che gli subentrarono replicandone i miracoli, siano veramente accadute?
Madonna, San Giuseppe, Re Magi, Angeli, Gesù e Apostoli ... sono realmente esistiti?
La Storia, attraverso una ricerca critica avanzata, supportata da archeologia, epigrafi e filologia, è in grado di verificare se i fatti narrati nei "Sacri Testi" sono effettivamente avvenuti, comparando, appropriatamente, le vicende dei personaggi famosi, realmente esistiti, con quelle dei Santi protagonisti relazionati alle importanti personalità.
L'analisi testuale dei Vangeli, confrontata con la realtà storica, avvia un'indagine in grado di eliminare, uno dopo l'altro, gli "Atti" ivi narrati, bollandoli, impietosamente, per quello che sono: falsi.

La dottrina cristiana, così come la leggiamo oggi nei Vangeli, non è stata elaborata "a tavolino", da questo o quell'evangelista, o frutto di una singola immaginazione, piuttosto, come risulta dalla ricerca, tale "Credo" è il risultato finale di un'evoluzione teologica avviata dagli Esseni, una delle quattro correnti religiose ebraiche presenti in Palestina, nel corso del I secolo, insieme a Farisei, Sadducei e Zeloti.
Dopo la distruzione di Gerusalemme e del Tempio, per opera di Tito nel 70 d.C., in conseguenza della disfatta militare furono perpetrate dai pagani gravi persecuzioni contro le comunità giudaiche e le loro famiglie in molte città orientali dell'Impero, dalla Siria all'Egitto.
Alcune congregazioni di Esseni, a partire dall'Egitto, iniziarono a modificare la loro dottrina revisionando il concetto ancestrale del "Messia" divino, al quale i Giudei si richiamavano anelandone l'avvento come loro "Salvatore" (in aramaico "Jeshùa") contro il dominio pagano.

Stando a quanto rivelato nei rotoli del Mar Morto, il "Messia" ebraico era troppo nazionalista e foriero di una nemesi apocalittica contro i pagani e contro Roma: un Re Dominatore del Mondo ancor più potente di Re Davide. Lo stesso "Dominatore del Mondo", profetato e atteso dai Giudei, riferito da Giuseppe Flavio dopo essere stato catturato dal condottiero romano Vespasiano prima di essere acclamato Imperatore. Poiché l'autentico "Dominatore del Mondo" era l'Imperatore di Roma, il Messia divino ebreo contrastava ideologicamente con il potere romano, quindi troppo pericoloso per i fedeli della diaspora che vivevano nelle Province imperiali, lontano dalla Giudea, a stretto contatto con i Pagani, seguaci di credi diversi.
Con queste parole lo ha illustrato Giovanni Paolo II il Grande nella Udienza Generale del 3 gennaio 1990:

"Con Davide prende consistenza l'ideale del Re unto dal Signore, figura del futuro Re-Messia, che sarà il vero liberatore e salvatore del suo popolo...l'ideale del Re-Messia non tramonterà e sempre più si proietterà nell'avvenire in termini di attesa, rinfocolata dagli annunci profetici".

L'Unto di Jahwè, profetato nell'Antica Legge, atteso dagli Ebrei durante l'era messianica, era il prescelto da Dio per riunire, in una rinnovata alleanza, le componenti ebraiche disperse dei "figli d'Israele", un lontano passato appartenenti alle dodici tribù che si spartirono la "Terra Promessa". Doveva essere un Re condottiero che, come fece Davide alla guida del suo popolo contro i Filistei, avrebbe annientato i pagani invasori della loro patria. Un Dio che chiedeva alla nazione ebraica di impegnarsi in una lotta, secondo quanto riportato da Giuseppe Flavio,

"senza indietreggiare di fronte allo spargimento di sangue che poteva rendersi necessario".

Un Dio che pretendeva dai Giudei un comportamento coerente con la Legge degli antichi padri: un comportamento "zelota"... sino al martirio.

Gli Esseni residenti in Palestina, come documentato dai loro manoscritti originali, erano favorevoli alla lotta di liberazione nazionale contro gli oppressori Romani e si attivarono per incitare la popolazione incoraggiandola a combattere e spronandola con le loro profezie, fino al 70 d.C.
Si dichiararono depositari di "Rivelazioni Divine" che garantivano un intervento messianico per "salvare" il popolo eletto annientando i "Kittim", pagani invasori.

Dalla morte di Erode il Grande, il 4 a.C., si susseguirono una serie di rivolte contro il potere romano che si protrassero fino alla guerra santa di liberazione conclusasi nel 70 d.C.: fu una strage. Dopo una simile catastrofe i sacerdoti esseni, fautori del vaticinio che annunciava l'avvento di un "Salvatore" divino in soccorso dei Giudei, per controbattere le accuse mosse contro di loro sulla mancata profezia, causa di tanto sangue versato inutilmente, ribadirono che il "Messia" era effettivamente venuto ma ... gli Ebrei non lo avevano riconosciuto.
Prendendo spunto dall'ancestrale Legge in cui, fra le tante, viene riferita una profezia di Isaia

"Egli (il Messia), dopo essere passato fra gli uomini in maniera così umile e modesta nelle parvenze da non essere rimarcato da alcuno, seguirà i suoi carnefici silenzioso e docile come un agnello"

Ripresa nei Vangeli: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato dal mondo".

gli Esseni la usarono per giustificarsi nei confronti dei Giudei e individuarono il loro "Messia", agnello di Dio, in un sacerdote di nome Giovanni, figlio primogenito del fariseo rivoluzionario, Giuda detto il Galileo, fondatore, il 6 d.C., della "filosofia" Zelota antiromana, la "quarta filosofia", riferita da Giuseppe Flavio:

"Giuda e Saddoc diedero inizio tra noi a una astrusa filosofia, riempirono il corpo politico di tumulto e vi inserirono i semi di quei torbidi che in seguito lo sopraffecero; e tutto avvenne per la novità di quella filosofia finora sconosciuta. Giuda il Galileo si pose come guida di una quarta filosofia che concorda con tutte le opinioni dei Farisei eccetto che costoro hanno un ardentissimo amore per la libertà, convinti come sono che solo Dio è loro guida e Padrone; ad essi poco importa affrontare forme di morte non comuni..."

Una ideologia che prevedeva l'abolizione della schiavitù e delle caste sacerdotali filo romane. Lo stesso Giuda, dopo la morte di Erode il Grande avvenuta il 4 a.C., attaccò Seffori, la capitale della Galilea, si proclamò Re dei Giudei e sottomise tutta la regione provocando la reazione di Roma che riuscì a riconquistarla grazie all'intervento delle legioni al comando del figlio di di Publio Quintilio Varo, Legato di Cesare Augusto e Governatore di Siria. Giuda il Galileo ebbe cinque figli maschi, i cui nomi corrispondono ai quattro fratelli di "Gesù Cristo" riportati nei Vangeli di Matteo e di Marco, ai quali va aggiunto "Giovanni", come riportato in alcuni Codici: nomi, autenticamente giudaici, uguali a quelli dei figli delle numerose "Marie" riportate nei Vangeli e a quelli di alcuni "Apostoli"... duplicati o triplicati.

Fu la lotta irriducibile contro Roma condotta da questa stirpe di nobili ebrei, discendenti dagli Asmonei e pretendenti al trono dei Giudei, usurpato da Erode e i suoi eredi, a dare origine al "messianismo" del I secolo ... in greco "cristianesimo".

Durante il conflitto avvenuto dal 34 al 37 d.C. fra l'Impero Romano e il Regno dei Parti, Giovanni, nuovo capo degli Zeloti, con i suoi fratelli, prese il potere a Gerusalemme proclamandosi Re dei Giudei ... e il popolo lo riconobbe come "Salvatore" fino a quando i Romani, dopo aver domato la ribellione, lo crocifissero per la Pasqua del 36.
Su quello sfortunato discendente di sangue asmoneo, negli anni successivi alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio nel 70 d.C., da parte del figlio di Vespasano, Tito, alcuni sacerdoti Esseni d'Egitto iniziarono a concepire una nuova figura di "Salvatore" (Jeshùa) e "Messia" ebraico, ispirandosi all'astratto "Logos" del filosofo ebreo Filone d'Alessandria, morto nel 45 d.C. Un "Messia"divino non più combattente nazionalista, quindi accettabile dal potere imperiale di Roma e meno pericoloso per la popolazione ebraica della diaspora. Ma non fu così semplice...

La "gnosi" (conoscenza di Dio) degli asceti esseni era portata a idealizzare "Salvatori" divini, non ancora contrastanti con l'antica Legge, diversi tra loro e adatti ad un'esaltazione mistica, ma poco richiesti, perché incompresi, da un popolo bisognoso di "eternità" e di miracoli terapeutici.
In Giudea, intanto, la componente zelotica ebraica, pur sconfitta militarmente e repressa con le persecuzioni, ideologicamente sopravvisse sino a ricostituirsi, condotta dal loro ultimo "Salvatore", Simon bar (figlio di) Kosiba, riconosciuto con il titolo messianico di "bar Kochba" (figlio della Stella), come forza capace, ancora una volta, di affrontare le legioni romane nel 132 d.C., durante l'ultima guerra contro l'Impero Romano sotto Adriano.
Si concluse con un'altra strage: i Giudei, sconfitti nel 135, furono costretti ad abbandonare una Gerusalemme nuovamente distrutta e desolata. Gli Israeliti, dispersi, esuli, si aggregarono alle variegate comunità ebraiche disseminate nell'oriente dell'Impero Romano, sino alla Mesopotamia e ancora più lontano.

Fu dopo questa seconda, tragica, sciagura che iniziò a diffondersi, nelle terre dell'ex impero ellenico, una nuova dottrina che, pur rifacendosi all'Antico Testamento giudaico, postulava la "resurrezione" del corpo oltre la morte grazie al sacrificio eucaristico teofagico.
Sino allora i Farisei, gli Esseni e gli Zeloti confidavano solo sull'eternità dell'anima, mentre i Sadducei neanche in quella.
I rituali pagani dei culti misterici di vari semidei "Soteres" (Salvatori), preesistenti al "Cristo Salvatore", prevedevano la "resurrezione" del fedele dopo la morte. Venivano praticati da sacerdoti di provenienza orientale, riservati esclusivamente a privilegiati neofiti benestanti, attraverso liturgie in cui era previsto bere il sangue di un animale sacrificato nel momento in cui il Dio ne prendeva possesso (Hostia) per entrare in comunione con Lui ed acquisire "la grazia" di risorgere dopo morti.

L'innesto del rituale pagano teofagico nella religione giudaica degli "Antichi Padri" dette origine al "Cristianesimo gesuita": Gesù, il Messia, Salvatore di tutti gli uomini era già venuto e si era "sacrificato" per loro. Secondo i suoi insegnamenti, per "salvarsi" dalle pene dell'inferno e risorgere con un corpo perfetto e vivere eternamente nel nuovo Regno dei Cieli bastava adeguarsi ai codici di comportamento dettati dai "ministri" del nuovo Dio, purificarsi, e mangiare una frazione di pane consacrato in cui era (ed è) presente il corpo e il sangue del Messia ebraico "Nostro Signore Gesù Cristo": la "hostia", dal latino, "la vittima sacrificata al Dio pagano"...

Nessuna profezia dell'Antico Testamento prevedeva l'Avvento di un Messia destinato da Dio ad essere sacrificato per poi venire suddiviso in "particole" da dare in pasto ai "Gentili" e farli risorgere dopo morti. Tale escatologia non poté essere concepita inizialmente dagli ebrei Esseni: sarebbe entrata in contrasto con la ancestrale Legge ... e con i loro stessi seguaci.
Si rese necessaria una evoluzione nella dottrina gnostica primitiva essena; un cambiamento, tale, da coinvolgere gli stessi pagani: il cristianesimo paolino. Ovvero la dottrina cristiana pervenuta sino ai nostri giorni. E' per questo che fu creato "San Paolo" dai Padri Fondatori della nuova fede ... o meglio, lo fecero creare dallo stesso "Messia" dopo resuscitato. Su quale "testimonianza storica"? Semplice: da gli "Atti degli Apostoli", e da alcune "lettere" fatte risultare scritte da lui, nonché ... dalla Storia Ecclesiastica dei "Padri Apologisti".

Per capire come uno studioso, oggi, possa giungere a simili conclusioni è necessario leggere i Vangeli e confrontarli alla Storia ... quella vera. Leggere le testimonianze sul Cristianesimo degli scrittori del I e del II secolo, quale potere e funzioni svolsero i cronisti dell'Impero in quell'epoca; compararle con le testimonianze dei Padri Apostolici e Apologisti, della stessa epoca e di quelle successive; confrontarle e verificarne la veridicità dei contenuti sotto il profilo della autenticità e l'esattezza dei dati storici riferiti da Tacito, Giuseppe Flavio, Filone Alessandrino, Plinio il Giovane, Cassio Dione; conoscere la datazione dei manoscritti più antichi per valutare l'effettivo valore della "testimonianza" di una "tradizione" creata a posteriori e accreditata a "Padri" vissuti secoli prima, i manoscritti originali dei quali non esistono più ... distrutti, anziché essere conservati, per eliminare le contraddizioni storiche e teologiche in essi contenute; per nascondere le prove della "costruzione" ed evoluzione della nuova dottrina creata dall'uomo, non da Dio ... per impedire di individuarne gli errori e scoprirne i moventi.

In ultima analisi se, effettivamente, ci fu un "Cristianesimo" e relativi màrtiri, seguaci di un "Gesù Cristo" già venuto nel I secolo ... oppure se quei "cristiani", sottoposti a supplizio, furono solo "messianisti" ebraici in attesa del "Messia" sino allora soltanto profetato ... come attestato dai Rotoli di Qumran.

Le risposte si trovano, tutte, seguendo il percorso storiologico, risultante dalla lettura comparata fra la Storia e le "Sacre Scritture", contenuto nel presente sito web e nel saggio storico: Giovanni il Nazireo, detto "Gesù Cristo", e i suoi fratelli.


Emilio Salsi